Answers: do we really need to search for them?

A volte è sorprendente come i piccoli particolari possano innescare delle connessioni assurdamente complesse nella mente di un ragazzo.

Cinque giorni a settimana. Due volte al giorno. Quaranta minuti a volta( in media). Moltiplichiamo il tutto per la quantità di viaggi che faccio sulla linea Firenze-Viareggio in un anno… aiuto!! Quello che si ottiene dallo svolgimento del calcolo è il numero di volte in cui passo davanti al simbolo che solo quattro giorni fa m’ha incuriosito, fino a portare alla redazione di ‘sto post.

La scena è la solita. Treno di sera(no! no ‘…bel tempo si spera’, no!) per tornare a casina. Stesso percorso fatto una marea di volte, con le stesse fermate, le stesse canne che provano a schermare la visione della strada ai passeggeri(o il contrario, non l’ho capito)… insomma un viaggio come gli altri. Se non che stavolta, con il viso quasi completamente spalmato sul finestrino, mi appare! Troneggiante sul buio, con il suo bagliore al neon, si staglia sulla cima di un complesso indistriale la scritta a caratteri cubitali: ANSWERS’.

… maiala… .

Che, se a fare caso alle cose ci sta che queste perdano di valore quanto più si dedica loro attenzione, invece quando gli oggetti che non cachi ti si infilano nell’occhio quasi apposta, beh!, è tutto un altro par di maniche.

Insomma mi trovo di fronte a questa insegna blu elettrico, che sembra volermi dire -‘Sì, sono quello che stavi cercando! Sono qui per te! Anche se non sapevi che io esistessi, dal momento in cui mi hai visto hai capito che ero quello che non sapevi di stare cercando’- (… perdonatemi…). Al che rimango basito. Com’è possibile che con uno, e dico UNO, sguardo mi sia fatto imbambolare così dal nome di un’azienda della zona indistriale pistoiese… Bah! ma che lo so? Fatto sta che tornando a casa penso a che cosa potrebbe rappresentare per me e per altri quel simbolo.

A quel punto partono digressioni su che cosa vogliano davvero dirci i simboli, sulla logica perversa della scienza pubblicitaria, sui risvolti psicologici, e mi sembra di perdermi, quindi smetto immediatamente: non è il caso di tornare a casa con la faccia di uno che ha visto la Madonna o che, peggio, s’è fumato un campo di erbette… no, non è il caso… .

A mente lucida mi torna a galla l’episodio e dopo poco mi scatta in automatico la domanda -‘ Perchè sento davvero il bisogno di avere quante più risposte di immediato consumo possibile? Sono davvero così angosciato dalla ricerca di risposte ai miei interrogativi da dover essere schiavo della suggestione che provoca una scritta?’-. Al che mi dico che forse sono io un po’ strano, che solo chi si piena la mente di pippe assurde è schiavo del desiderio di avere tutte le risposte del mondo in mano, anche perchè è un po’ da megalomani voler avere una riposta per ogni cosa, no?(maledetta autocritica!)

Non ho chiesto in giro. Anzi, è stato il contrario e questa ‘coincidenza’ mi rende felice di fare ciò che sto facendo. Una risposta mi è arrivata da qui. Dico ‘mi è arrivata’ perchè in effetti non l’ho cercata di proposito, ma me la sono trovata tra le righe del Feed Reader. Che cosa stupenda!!!

Per come siamo ora, per chi siamo ora, per il momento in cui esistiamo, è quasi automatica come azione quella di andare almeno una volta al giorno a ‘cercare risposte’. Motori di ricerca, enciclopedie on-line, forums: il web ci offre ogni sorta di aiuto possibile, ogni sorta di soluzione agli atavici problemi che ci affliggono giornalmente. Sono d’accordo con Rachele quando dice che -‘ Chi si mostra insicuro viene travolto, chi si ferma a riflettere prima di agire perde quota, chi dubita delle sue convinzioni perde credibilità e considerazione…’ ma nell’essere d’accordo con lei mi rendo conto che la crudeltà del meccanismo ‘se-ti-fermi-a-pensare-sei-d’intralcio’ in fondo spinge persone come me, che di natura son portate a stare immobili a fissare un granello di polvere e a chiedersi come sia arrivato lì dove è ora, a darsi una svegliata.

Non ci sarà mai niente di bello e qualificante come il poter pensare, mai! Almeno per me.

Però se si pensa troppo si scade, o si rischia di cadere, in un delirio di onnipotenza che ti illude di poter commettere tanti meno sbagli quanto più tempo hai trascorso a rimuginare sul problema da risolvere. E’ una questione trita e che trova esempi pro e contro dappertutto.

Pro: l’esempio citato da Rachele anche se è solo una sceneggiatura rende a pieno quello che voglio dire;

Contro: un qualsiasi test a crocette in cui, al momento di riguardare le risposte, più ne guardi una e più ti convinci che quella immediatamente successiva è più giusta, e quella dopo ancora pure! … un delirio…

Io per ora ho grossi problemi in quanto a credibilità o considerazione da parte degli altri e riconosco che sia l’effetto di un atteggiamento molto poco spontaneo dato dal fatto che penso decisamente troppo. Che sia una ritrovata aderenza alla spontaneità, a un sentimento assimilabile all’istinto, la soluzione per essere svincolati da questa sconveniente dipendenza dalle answers che troneggiano sopra me (noi?)?

~ di Giacomo su 24 gennaio, 2009.

5 Risposte to “Answers: do we really need to search for them?”

  1. […] pm on Gennaio 24, 2009 | # | Answers: ’ Perchè sento davvero il bisogno di avere quante più risposte di immediato consumo possibile? […]

  2. La vedo anch’io quella gigantesca insegna…tutti i santi giorni…durante il viaggio di ritorno a casa. Nel buio pesto della sera è il segnale che mi “avvisa” che sono praticamente arrivata a casa ed è bene che raccolga velocemente tutte la mie carabattole e mi diriga verso lo sportello d’uscita. Che si tratti poi di una società che gestisce in outsourcing call center, che ci lavorino o ci abbiano lavorato tanti amici per pagarsi tasse universitarie, libri, abbonamenti al treno …”in cuffia” (così pare si dica nel gergo dei call centeristi) alle condizioni contrattuali e lavorative che noi tutti conosciamo …è un’altra questione

  3. Credo che la tua sia solo voglia di sapere,istinto di conoscere…Ma in un mondo così cangiante quello che ti fa pensare “forse se sto fermo mi perdo ed è meglio che non ci pensi troppo” è la fretta dettata da un tempo che non scandisce le nostre giornate, bensì le regola…che è ben diverso…e dovendo scegliere tra le cose a cui devi (e non “puoi”) dedicare tempo, allora devi correre anche tu (come tutti), e lasciarti dietro “answers” irrisolte…

  4. …non volevo dire “answers” (ho associato male…) diciamo semmai “questions” irrisolte… =)

  5. … ed ecco Charles che cerca di rimediare!! (dici la verità: hai cercato di eliminare il post senza risultato, vero? ih-hi
    si scherza Charles) =) mi inchino di fronte ai commenti dell’Aretino(anche se mi lasci da solo a biochimica… vabè)

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