odio… parola forte, ma stavolta me la permetto

Questo post voleva nascere prima di stasera. Era una settimanuccia che aveva preso a scalciare contro le tempie, a strillare dentro la mia testa perchè voleva farsi sentire, voleva che gli fosse data una dignità, voleva che gli fosse riconosciuta un’importanza che sapeva di meritare. Perchè importante, secondo la mia personale e (mi rendo conto)irrilevante opinione, è qualsiasi tentativo di utilizzare le risorse di cui si dispone per procurare un po’ di bene ad altri, e credo che la condivisione di idee sia un bene.

La botta finale. Stanotte, o meglio stamattina.

Sveglia programmata per il treno delle sette e trentadue: ho da andare a fare la visita al C.T.O. … ma come prevedibile mi dico che in fondo in fondo anche il treno delle otto e ventidue non è poi brutto e fuori luogo come ho l’abitudine di pensare(!ipocrita & opportunista!). Colazione e tg, preferibilmente zapping tra i vari che ci sono, e la notizia del terremoto raggiunge anche casa mia. La mia cucina e la mia testa, in ordine. Rammarico, soprattutto per la consapevolezza di non poter essere d’aiuto se non stando in allerta il più possibile per recepire eventuali necessità, … da chiunque. Giornata a Firenze, nel mentre. Rientro a casa alle sei, comprensivo di merenda e spulcìo su internet, e è su internet che il bimbo d’odio che è ormai maturato tra le mura della mia testa si riversa. Il parto coincide con il momento in cui scorgo, tra il gruppo di -‘mi piace la mortazza’- e quello di -‘kuelli ke skrivono kon la kappa’- un’icona con una candela e relativo messaggio: -‘quelli che sono vicini alle vittime del terremoto’-.  Ecco. Non so se riescono le parole di cui sono in possesso, anche se rimescolate e rimpastate in tutte le combinazioni possibili, a rendere la pena e il senso d’orrore che mi son nati dentro allo stomaco a vedere quello spicchio di monitor…

Sono convinto che questo mondo digitale, questa rete, sia una delle cose più utili che il ragazzo d’oggi abbia a disposizione per diventare ‘cittadino del mondo’. Dopo che ho ricevuto conferma che ‘basta crederci, basta credere che il buono della rete siamo NOI'( prof, tanta stima…) della rete non ho dubbi.

Ho dubbi seri, forti e fondati su chi la rete la gestisce(alcune parti) e su chi gestisce l’informazione in generale. MI FANNO SCHIFO.

La scena è questa. Telegiornale(TG1 tra l’altro, neanche uno di quelli più sentimentali…). Un cronista va da uno sfollato e gli chiede -‘Lei sta cercando sua figlia e sua nipote?’- e il signore -‘ Sì, ma non so come… non so cosa fare… a chi chiedere aiuto…’- (da notare è che l’intervistato è ricoperto di intonaco e è a mani nude, testimonianza del fatto che non si è minimamente preoccupato di sè ma è andato subito a cercare soccorsi per i propri cari). Il giornalista a questo punto ci lascia una perla, un tesoro dell’etica giornalistica, un modello di comportamento da introdurre nella deontologia professionale di chi lavora per la carta stampata -‘ E quindi lei sta cercando i suoi cari guidato dal dolore di padre?’-

E’ per questo che stasera mi permetto di odiare. Non qualcuno, ma qualcosa di cui ciascuno di noi fa parte. Odio questa cazzo di mentalità del cazzo che vuole che si debba pubblicizzare tutto. Proiettare ventiquattro-ore-su-ventiquattro le caccole nel naso di un emerito nessuno sulle reti di maggiore rilievo; odio la moda di farsi i cazzi degli altri in maniera spudorata, cosicchè arrivi a pensare che, in fondo, se ti interessi se Caio si tromba la fichetta di turno, allora va bene(perchè lo fanno tutti!! ma non lo dite a nessuno, eh! guai!). Odio la pubblicizzazione estrema dei sentimenti, come se facendoli scorrere sugli schermi si imparasse davvero che cosa le parole che li incarnano(indegnamente) vogliano significare. Odio il tentativo che si sta, a parer mio, compiendo di relegare l’individuo sempre più nei suoi due metri e mezzo di spazio adiacenti ad uno schermo connesso con chi ti pare. Odio dal più profondo del mio cuore( sempre che dal cuore si possa far venire fuori qualcosa del genere) , o dal più profondo della parte di me che genera sentimenti in questo momento, chi vuole maipolare e sfruttare avvenimenti che coinvolgono vite reali di ‘altri-Me’. Altri-Me, identici a Me. Ma per il semplice fatto che non siano Me, li posso bistrattare e posso fare scempio del loro dolore. Per il fatto che non sono nient’altro che altri-Me che non sono IO(quel sommo Io che è assurto a ruolo di Dio nelle teste di ciascuno, un Io individuale, diverso da testa a testa, ma identico nei più minimi particolari all’Io che lo ospita), posso fare di loro ciò che voglio: l’importante è che io e il mio Io ci sentiamo sicuri e al sicuro, dove le minacce non ci possono nemmeno scorgere, dietro a baluardi di difesa incrollabili, dentro a roccaforti di idee granitiche. Eterne all’esterno, apparentemente incrollabili, ma capaci di cedere sotto l’effetto di una goccia di sudore che ne scomponga la struttura cristallina in un’entropia di atomi.

Ecco che il mio bambino comincia a parlare e mi dice, attraverso ‘il BUONO della rete’, che quello che non sapevo esprimere, ciò che l’ha generato, è la paura che questa pubblicizzazione dell’Altro, così meticolosa, così mirata, così… così innaturale, non sia nient’altro che il tentativo di convincere i più ingenui che l’affetto e la vasta gamma di sensazioni che giornalmente ci vengono offerte dall’ ‘Altro’ nella vita (che a me piace definire) ‘di ciccia’, siano emulabili e sostituibili. Con cosa poi??! con la conta di quante persone DICONO di volerti (e qui le virgolette sono delle Signore Virgolette) “BENE”.

Sono per la ciccia. Tengo per il bacio sulla guancia con lo schiocco. Stò per il contatto pelle-pelle. Simpatizzo estremamente per il bacio sulle labbra. M’accosta ‘na cifra l’odore di chi mi sta accanto. Mi richiedo una dose di sofferenza per capire chi, la sofferenza, l’ha tutti i giorni di tra i coglioni. Mi voglio sporcare le mani per capire la differenza che c’è da quando sono pulite, e poi preferirle sporche. Voglio parlare con le persone a cui ho bisogno di chiedere dei chiarimenti: viso a viso! Credo nel buono del brivido di paura che provo, dovendo cercare il coraggio per confrontarmi con chi stimo più di me. Sono in cammino per cercare di amare la Paura, perchè la sento come la cosa più vicina alla vita con cui sia entrato in contatto finora.

Vivo per le sensazioni che il mondo mi dà.

Vivo delle sensazioni che il mondo mi dà.

Faccio vivere il mondo che mi circonda emettendo emozioni.

Amo, e cerco di farlo non soltanto celandomi dietro a un avatar.

~ di Giacomo su 6 aprile, 2009.

5 Risposte to “odio… parola forte, ma stavolta me la permetto”

  1. ti va di postarlo in http://liberoesperimento.forumattivo.com/forum.htm

    magari nella sezione “il nostro sistema ideale di informazione”?

    viaggioalterminedellanotte

  2. Certo, anzi, mi lusinga la richiesta! =) Ho seguito il link e ho visto più o meno di cosa si tratta: secondo me è geniale.

  3. ancora non è neppure uno zigote…diciamo che siamo al pachinema…deve ancora iniziare il cross over 😉
    viaggioalterminedellanotte

  4. wow…impressionante riflessione watson!…scherzi a apparte è proprio nei momenti peggiori che questo mondo mi fa ancora più schifo…e non so quanto sia positiva questa visione della vita…smetto di reagire come faccio ogni giorno e mi chiedo se non sia più comodo questo “avatar”, ma non ci riesco, piuttosto preferisco restare da solo…il tuo odio è giustificato, e credo che sia un importante risposta in mezzo a questo freddo di apparenze e di poca sincerità nel vivere la vita…

  5. del post, non è tanto la parte critica quella che mi sta più a cuore, quanto invece la parte finale. Criticare, almeno per me, è sempre più comodo e facile di quanto non lo sia proporre qualcosa di alternativo all’oggetto delle proprie critiche. é per questo che non apprezzo post che sono infarciti(come dice la Lola) di critiche senza sfondo, che non fanno altro che gettare discredito(ma esiste come parola??) sull’idea che non condividono. Se voglio che il mio post, la mia idea, la mia vitalità, traspaia da quello che scrivo e se davvero coglio vitalizzare la rete di idee che circola, non posso esimermi dal dare un contributo personale PROPOSITIVO… sennò, bella forza! =)

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