il giorno, come la notte.

Dopo molto mi ritrovo a scrivere.

Galeotto certamente fu il blog che, sinceramente, era davvero nato come un esperimento destinato a morire nel giro di poco. Never say never, no?

Comunque, fedele al titolo, torno qui per fare ancora una domanda, per chiedere consiglio a chi vuole sprecarsi per me, e per chi leggerà.E come ci si potrebbe aspettare dalla sceneggiatura di un film di media categoria, lo spunto per scrivere, stasera, m’è venuto fumando fuori, seduto nel vialetto di casa.

Sir Samuel Taylor Coleridge nella sua” Rhyme of the ancient mariner” fece raccontare la storia dal personaggio principale, il marinaio appunto, che intenzionato e evitare il ripetersi delle sue azioni fallaci, sopravvissuto alle conseguenze di queste racconta tutto a un giovane passante.

Nel racconto il giorno e la notte sono determinanti. Tutto ciò che accade di giorno è malvagio, cattivo, deformato, come visto attraverso una lente, distorta dal calore eccessivo del sole cocente;

di contro, tutto ciò che accade di notte è visto come un qualcosa di buono, benedetto dai raggi della luna che chiara e mite non può far altro che semplificare la visione del mondo, rendendolo per quello che è, senza distorsioni nè inganni.

Stanotte gli insegnamenti di una letteratura inglese di liceo hanno interferito con la mia pausa-sigaretta.

Mi sono accorto che per come ho vissuto fino ad ora, la notte ha sempre avuto il compito di contenere gli sfoghi, gli eccessi, le stranezze che la vita di giorno non poteva tollerare. Ubriacature, trasgressioni piccole o grandi che fossero(siano), confessioni, balli sfrenati. Tutto di notte.

E di giorno? Ora il giorno è riservato a quello che gli occhi di chi sta intorno sono capaci di sopportare. Già, perchè di giorno tutto è illuminato: chiunque può Vedere, chiunque può anche solo gettare uno sguardo curioso nella tua direzione.

Di notte no. Di notte il buio si frappone tra gli occhi di chi guarda e ciò che vorrebbe essere guardato, annullando le deformazioni e le aberrazioni dovute al sole e al suo calore struggente. Quel che avviene di notte è invisibile, non se ne può conservare una limpida memoria, a meno che non ci sia la Luna a rischiarare lo scenario. E quando la luce pallida illumina il volto di qualcuno, che questo rida, pianga, urli, di gioia o magari di tristezza, non c’è timore, nè di guardare nè di essere guardati. La vista dura finchè l’ombra non si riappropria del posto che le era stato chiesto dalla luce, e torna a uniformare la visuale, a gettare tutto nell’indefinito, a sottrarre ogni azione agli occhi del mondo intorno.

Che dite, sognare la luna di Giorno è un po’troppo?

è così… infantile sperare di avere un sole meno minaccioso di giorno e una luna meno estranea, meno clandestina di notte?

è davvero da sciocchi sognare di avere pace, il giorno, come la notte?

~ di Giacomo su 14 luglio, 2010.

Una Risposta to “il giorno, come la notte.”

  1. Ti dirai, sempre la solita. Sono tornata su queste pagine di nuovo per caso, come per caso ci ero finita la prima volta. Io dico che sognare non sia mai troppo. E te lo dice una che a volte si deve mettere un freno, per evitare di pensare troppo in là.
    Forse anche a me le cose più belle sono capitate di notte. Al riparo da occhi indiscreti o semplicemente sotto la luce delle stelle.
    Credo che non sia infantile pensare di poter vivere anche alla luce del sole; come potrebbero essere infantili queste tue parole?
    Ti auguro che tu possa avere il coraggio di guardare il mondo anche con il sole in faccia: senza veli e senza ombre.
    E che tu trovi la tua pace. Io lo spero tanto.

    Un bacio
    Cate

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